Passeggiare tra le meravigliose ville di Opicina, vedere una casa da cui traspaiono antichi splendori ormai sopiti, immaginarla al massimo del suo splendore, piena di luce, di feste, di persone interessanti, chissà quanta storia potrebbero raccontare quelle mura.
La nostra curiosità viene solleticata e diventa difficile fermarsi, è scoccata la scintilla dell’amore a prima vista. Alla fine, con tanta fatica ed impegno riusciamo a comprarla, sembra un sogno, un sogno che si avvera.
A poco a poco la sua storia si svela, troviamo testi, antichi contratti, la nostra vecchia signora piano piano riprende il suo smalto che era solo celato, mai sparito.
Fu un tempo locanda, data la sua posizione strategica sulla strada che collegava Trieste a Vienna, nel 1880 viene acquistata con alcuni terreni limitrofi, da una ricca famiglia triestina del periodo asburgico che ne fa la propria residenza estiva, feste danzanti si alternano a momenti di svago e giochi.
Nel 1914 inizia la catastrofe della prima guerra mondiale e la villa ospita alti ufficiali dell’esercito austrungarico, ospiterà anche Carlo primo d’Austria, l’ultimo imperatore dell’Impero prima del suo disfacimento. Andava sul fronte di guerra con l’Italia e, provenendo da Vienna, amava fermarsi ad Opicina, la nobità triestina se lo contendeva e la villa dei baroni Albori era una delle sue preferite.
La villa quindi nasce sul terreno di una locanda ed i suoi proprietari ospitavano con piacere, quindi come non farne un bed and breakfast vocato all’ospitalità di persone che vengono da tutte le parti del mondo?